martedì 5 ottobre 2010

Tecniche di orticoltura biologica. Il "mulching"

Gran parte di coloro che si dedicano all'orticoltura biologica conosce i benefici della pacciamatura. Essa è utile a inibire la crescita delle infestanti, a trattenere l'umidità del terreno riducendone le necessità idriche d'estate e a proteggere il suolo dalle insidie del gelo d'inverno.
Una variante della pacciamatura è costituita dal cosiddetto "mulching". Si tratta del termine con il quale alcuni orticoltori evidentemente avvezzi all'anglofonia indicano quella pratica consistente nel mutuare ciò che accade naturalmente nei boschi d'autunno con la caduta delle foglie sul terreno e con lo spesso strato organico che in tal modo si produce. Esso, oltre a costituire una vera e propria protezione naturale del terreno, contribuisce ad aumentarne la temperatura grazie alla fermentazione delle sostanze organiche che lo compongono, agevolando in tal modo l'attività dell'abbondante fauna di organismi e microrganismi che popolano il sottosuolo favorendo la formazione dell'humus.
La funzione del mulching diventa dunque molteplice: da un lato, come la pacciamatura, protegge la terra dal gelo e dalla siccità e impedisce la proliferazione delle erbe infestanti; dall'altro, grazie al costante apporto di sostanza organica e all'azione fertilizzante degli abitanti del sottosuolo, fornisce abbondante concime naturale al terreno.
Per conseguire questi scopi, il mulching può essere effettuato nel nostro orto spargendo sul terreno uno spesso strato di sostanza organica alcuni mesi prima dell'inizio delle coltivazioni primaverili. Tale apporto può essere complementare alla pratica del sovescio oppure seguire le operazioni di tosatura  o estirpazione delle infestanti. L'erba sfalciata rimasta sulla superficie ne impedirà la ricrescita e, se presente in abbondanza o integrata con altro materiale organico, svolgerà l'azione protettiva e fertilizzante tipica del "mulch" boschivo. Ancora, il mulching può essere effettuato in alternativa al tradizionale compostaggio degli scarti vegetali, spargendo direttamente sul suolo il materiale organico in modo che il processo di decomposizione aerobica avvenga direttamente sul terreno invece che nel cumulo. Per favorire l'azione fertilizzante, al completamento della lavorazione, si può procedere al sotterramento della sostanza parzialmente decomposta mediante fresatura o vangatura del terreno.

3 commenti:

http://pachamamae.blogspot.com/ ha detto...

Interessante, grazie. E' una pratica che già ho in mente di applicare. Dopo aver sperimentato la pacciamatura articificiale con teli neri e non essere stata soddisfatta.

Barba ha detto...

A volte il mulching è una necessità. Io, ad esempio, non bestiame da foraggio per cui se falciassi l'erba con una barra falsiante avrei il problema di smaltirla. Uso invece un piccolo motocoltivatore dotato di mulcher che mi sminuzza l'erba che lascio in loco. Da un lato la sua decomposiziopme apporta sostanza organica al terreno. Dall'altro contribuisce al rallentamento della crescita dell'erba sottostante.

TheHouseofGreen ha detto...

molto interessante